venerdì 30 novembre 2012

La passione politica come strumento di crescita


Ritengo la passione politica una tra le passioni più utili e più costruttive per il semplice motivo che, che ci piaccia o no, la nostra vita passa dalle mani della politica.
"L'amministrazione della cosa pubblica" non può che interessare, in teoria, tutti e per forza di cose; eppure si denota nella nostra società un particolare allontanamento dalla cultura politica, e laddove maggiore è l'allontanamento, maggiore è il danno procurato, ergo maggiore è il dissesto generale. Tra l'altro nella strategia pseudopolitica di tali, fondamentale è proprio il distanziamento dalla politica e l'alimentazione del clima dell'antipolitica, fomentati con organi di distrazione e di disinformazione.
Nelle prime democrazie greche non partecipavano al voto gli schiavi, in qualche modo adesso per una pseudociclicità degli eventi anche non partecipano al voto gli schiavi, gli schiavi dell'ignoranza.
Nacque per volere del popolo, per volere del popolo stesso si sta adesso estinguendo... la chiamavano "democrazia".

mercoledì 21 novembre 2012

Italiani medi


"Noi rappresentiamo l'opposizione. Tutti dicono che le politiche di Monti non vanno bene, ma poi vengono qui a votare la fiducia."
Queste le parole del presidente dell'IdV Antonio Di Pietro in riferimento alla "legge anti-corruzione" ed alla fiducia relativa messa.
L'italiano medio è un elemento che odia l'IdV, le sue politiche a favor di popolo ed odia lo stesso Di Pietro che ha messo alla luce i brogli della politica nel 92 e che in quegli anni era osannato.
Odio quotidiano infondato o meglio, odio "procurato" da una palese disinformazione che via via logora un operato unico nella storia recente della politica italiana.
La gravità degli eventi è palese e non si discute su questo, ma è assurdo come un danno di entità 100 valga 1 per gli altri, ed un danno di entità 1 valga 100 per noi.
Lo stesso italiano medio disprezza l'IdV, ma sostiene il governo Monti che costantemente critica, ed indirettamente lo sostiene attraverso il sostegno ai partiti che a loro volta sono la maggioranza che sostiene Monti: Pd, Pdl, Udc insieme fanno circa il 55% , ergo la normalità nel nostro paese, una normalità quindi che critica un operato buono e sostiene un operato meno buono.
Lo stesso italiano medio si nasconde dietro l'odio per gli eletti, dimenticando che è colpa degli elettori se viviamo questo schifo. E la più geniale soluzione che riescono a tirar fuori è "non andiamo a votare".
Cioè se questi sono gli italiani, come si può pretendere una politica efficiente e buona in maggioranza?
Ma incominciate ad informarvi seriamente, ad acculturarvi almeno in forma minima, ad impegnarvi nell'adempiere ai doveri prima di pretendere diritti. Cercate di essere un esempio di popolo prima di pretendere una politica sana, e poi ne riparleremo.
Incominciate a preparavi a sostenere persone che da tempo preparano teorie e progetti mentre voi eravate a sostenere boiate mediatiche, se veramente desiderate il "cambiamento".
C'è chi è già pronto, ma aspetta voi e la vostra scelta.

martedì 20 novembre 2012

Giornata mondiale dell'infanzia, ma i bambini palestinesi neanche lo sanno


Oggi è la giornata mondiale dell'infanzia, negli anni passati numerose iniziative sono state lanciate.
Lancio l'iniziativa di ricordare chi oggi non potrà godere della sua giornata, e probabilmente non conosce neanche l'esistenza di una giornata mondiale dell'infanzia, fra i purtroppo numerosi esempi di infanzia negata v'è quello dei bambini palestinesi.
I bambini devono godere della propria infanzia e devono crescere in maniera più serena possibile poiché questi esserini ora deboli saranno il futuro, ed il futuro a loro va garantito nel migliore dei modi ed in ogni modo possibile.
Purtroppo ci si ritrova a migliaia di chilometri di distanza e fra le cose possibili a queste distanze v'è il mantenimento costante dell'attenzione nei loro riguardi, il mondo deve sapere che in "terra santa" è in atto un tremendo affronto nei confronti dell'umanità ,ogni bambino che muore in Palestina, è un figlio perso dall'umanità tutta.
Qui è rappresentato un bambino che commemora la "Nakba", dall'arabo "catastrofe", nome che viene dato all'esodo delle popolazioni arabe ai confini di Israele, uno stato imposto e non creato.
Manteniamo alta l'attenzione su queste situazioni che vi sono per il mondo, e di cui non sarà mai estratta una verità assoluta per via del controllo dei media.

I bambini sono creature innocenti e pagano per 

colpe non loro, i bambini non si toccano!

venerdì 16 novembre 2012

E adesso comprateci tutti.



Lo status symbol d'oggi è l'uomo vitruviano, non quello del disegno simbolo della "perfezione umana" di Leonardo, della cultura, della scienza e della conoscenza, ma quello che c'è sulla moneta. Si questo è lo status symbol dei tempi moderni.
Il dio denaro miete vittime ogni giorno, è come un cancro che parte dal cervello e poi andando in metastasi distrugge tutto il resto del corpo.
Il denaro è fra i migliori organi di controllo della società, filo dei marionettisti, termometro del potere.
Col denaro si incentiva il materialismo a scapito dei valori, morale, cultura, passioni, idee, libertà, di tutto ciò che in realtà è di inestimabile prezzo, e quando si parla di inestimabile prezzo, comincia il valore.

Non basteranno tutti i soldi del mondo a comprare la 

più misera idea di libertà.


La morale fulcro del cambiamento.


"I principi morali degli uomini sono andati a farsi benedire."
E' la morale che smuove ogni principio di cambiamento, perché la visione dell'uomo è diretta funzione della morale posseduta.
Le logiche della massa, quindi le logiche dell'imitazione hanno distrutto le personalità, hanno fornito una morale facile da controllare, distrutto l'etica e la capacità di ragionamento libero e di conseguenza anche la possibilità di partorire nuove idee e/o della loro diffusione e quindi ancora rallentano pesantemente il progresso.
Gli uomini in una società, ed in maniera più esasperata nella società moderna, ragionano come un'unico essere, e giacché unico due-tre studi e si trova un modo per comandarlo e quindi comandarli tutti, con gli stessi metodi, con le stesse leggi, con gli stessi modi e diventano tutti schiavi, che ad un certo punto ignorano anche di esserlo se gli vien fornito un palliativo, un placebo di benessere, un nulla che comunque li distrae dalla loro condizione o dalle proiezioni delle loro condizioni.
Gli "uomini di massa" sono stati totalmente privati della ratio necessaria affinché una vita sia degnamente chiamata per tale.
Una possibile soluzione di cambiamento progressivo della nostra società può avvenire con seri percorsi di formazione che si sviluppano su più livelli.
Bisogna formare gli uomini non nell'avere una conoscenza ed una coscienza ben definita, ma bisogna formare gli uomini nella facoltà di scegliere cosa conoscere e come farlo, bisogna insegnare agli uomini come costruirsi una morale e non fornirgliela, bisogna insegnare agli uomini come pensare e non a cosa pensare, bisogna fornire agli uomini un principio che possa stimolare in loro un'idea di cambiamento continuo, perché l'evoluzione deve sempre seguire un percorso costantemente dinamico.
La situazione della società moderna invece stimola pesantemente la staticità del pensiero umano e di conseguenza avviene un disastroso regresso.
Non si può più continuare in queste condizioni pseudoprogressiste, il mondo deve cominciare a riconoscere una vera forma di progresso e di evoluzione, bisogna dare una forte scossa per il cambiamento, bisogna rivoluzionare il sistema a partire proprio dagli individui che compongono una società. 
Il cambiamento di un elemento, può rappresentare il possibile cambiamento di tutti gli elementi e di conseguenza il cambiamento della società.

mercoledì 14 novembre 2012

Considerazioni globali sulle primarie del Centrosinistra italiano.


Le primarie sono uno strumento politico importantissimo: si sceglie il candidato che guiderà una coalizione. In questo caso tra l'altro, nelle primarie del csx, è ancora più importante poiché quasi certamente si sceglierà il premier che guiderà non una semplice coalizione, ma la coalizione che sarà maggioranza, quella che probabilmente governerà l'Italia.
I tre che si contenderanno la nobil poltrona, ma anche molto molto scottante (ad oggi il debito pubblico italiano sfiora i 2mila miliardi di euro), sono principalmente: Bersani, Vendola e Renzi.
Gli altri due candidati, Tabacci e Puppato molto probabilmente non faranno grande risultato, interessante però è il ragionamento che considera a chi andranno a sottrarre voti queste due figure politiche, in ogni modo di tutto rispetto.
I tre principali candidati ho avuto modo di vederli e seguirli direttamente dal vivo nella mia città, Reggio Calabria. Impressioni positive tutti me ne hanno date in maniera importante, ma questa è un'analisi a posteriori di comizi ed a priori di azioni politiche effettive. E' una visione positiva si, ma ancora non realistica.
Bersani ha effettuato il suo incontro presso un cine teatro, scenografia semplice ma ricercata nei suoi particolari. Molto sobria e calorosa. Nulla di particolarmente rilevante nella comunicazione visiva. Linguaggio sciolto e semplice, ricco di metafore in pieno stile Bersani. Pubblico molto numeroso e caloroso, moltissimi i simpatizzanti piuttosto che i curiosi.
In sala v'era presente quasi la totalità del pd reggino, è sicuramente il candidato "prediletto".
Le idee di Bersani sono molto di sinistra: largo spazio ai giovani ed alle donne, agli stranieri che si sentono davvero italiani, largo spazio alla cultura, all'economia reale ed al lavoro, largo spazio allo sviluppo nazionale che non può che prescindere anche dalla sviluppo del meridione, largo spazio alla moralità ed alla solidarietà, largo spazio agli "stati uniti d'Europa".
I "nemici" citati sono stati: Berlusconi ed il suo agire politico che ha influito pesantemente nell'ultimo ventennio, Grillo ed il suo populismo dittatoriale sfascia politica e Casini, moderato con tendenze da bandiera che segue il vento della vittoria.
Fra gli "amici" degna di nota la notazione di Falcomatà: se vuoi entrare nei cuori reggini devi citarlo, come d'altronde è stato fatto dagli altri due "super candidati".
Vendola ha effettuato il suo incontro presso una piazza cittadina, piazza Camagna, comizio politico vecchio stile. Scenografia estremamente semplice, direi quasi spartana. D'altronde uno come Vendola fa scena da se. Nulla di particolarmente rilevante nella comunicazione visiva se non appunto l'estrema semplicità scenografica. Linguaggio molto semplice ma allo stesso tempo ricercato: si è data la possibilità a vari livelli di interpretare a modo proprio le sue parole. Pubblico molto numeroso, una giusta via di mezzo tra i simpatizzanti ed i curiosi. Molte le figure della cultura reggina presenti.
Le idee di Vendola sono anch'esse molto di sinistra: un chiaro stop alle politiche liberiste, una grande voglia di politiche devote alla cultura, ai giovani ed alle donne, riaffermazione dei diritti dei lavoratori e del lavoro tutto in generale, grande spazio ai rapporti sociali ed alle passioni umane.
I "nemici" particolarmente citati come per Bersani sono stati Berlusconi ed il berlusconismo e Casini.
Come Bersani, Vendola cita Falcomatà, ma in maniera più umana, più calorosa.
Renzi ha effettuato il suo incontro presso la sala Green del consiglio regionale, sala gremita ma in quantità minore rispetto agli altri due super candidati. Scenografia molto
semplice ma allo stesso tempo straordinariamente ricercata, niente era al suo posto a caso. I colori, i simboli, importanti strategie comunicative sono state messe in campo, in chiaro american style. Il comizio tutto ha seguito un iter ben preciso, la comunicazione è stata nettamente più ricercata rispetto agli altri due comizi.
Linguaggio semplice e diretto, accompagnato da slide, tipico modernismo nella comunicazione.
Tra il pubblico, in maggioranza i curiosi rispetto ai simpatizzanti, misto tra gente di cultura e gente comune, comunque chiaramente boicottato dal pd reggino, alla maggior parte del pd, Renzi non piace.
Le idee di Renzi sono un giusto mix tra destra e sinistra: di chiaro stampo neoliberista ma allo stesso tempo vicino alle politiche sociali, numerosi esempi di strategie possibili e teoricamente funzionali, spazio come i due precedenti super candidati alle donne ed ai giovani, alle politiche moderne e di innovazione.
Anche lui cita Falcomatà, che andò a lavorare nella sua Firenze come "angelo del fango". I "nemici" citati sono tanti, dal Berlusconi ai "vecchi" del Pd.
Per scenografia, linguaggio e idee ai super candidati do: 7-8-9 a Bersani, 7-9-9 a Vendola e 9-8-7 a Renzi.
Le mie dichiarazioni di voto sono nettamente favorevoli a Vendola al primo turno, ed eventualmente saranno favorevoli a Bersani in caso di fuoriuscita di Vendola dal secondo turno.
La strategia politica ha comunque "spianato" la strada della vittoria a Bersani, a scapito di eventualità imprevedibili ma neanche tanto(quali ad esempio un sostegno di massa della destra a Renzi).
La strategia bersaniana ha scelto: Vendola per togliere i voti a Renzi, Puppato per togliere i voti a Vendola, quantomeno al primo turno... queste le mie considerazioni personali.
Le primarie, ed i relativi comizi dei candidati, sono state importantissime dal punto di vista della comunicazione, della strategia e della politica in generale.
I candidati se in un primo momento erano col coltello fra i denti, via via hanno abbandonato il piede di guerra, concedendosi gli uni agli altri in caso di vittoria di uno o dell'altro, anche se ancora il tutto è da certificare.
Una cosa è certa, se le primarie andranno a buon fine a vincere sarà il popolo italiano, che sceglierà in maniera salutare il prossimo candidato premier per il csx.
I partecipanti alle primarie è un bene che rimangano uniti anche nel dopo primarie, e quindi probabilmente al governo, sicuramente i vari Bersani, Vendola e Puppato rimarranno uniti, bisogna vedere cosa faranno i vari Renzi e Tabacci. Di netto comunque la posizione del primo sarà più interessante, creerà una nuova corrente nel partito, oppure una nuova realtà politica?
Concludendo con delle ultime considerazioni personali: ritengo più adatto Vendola come premier d'Italia, le sue idee sono nettamente contestualizzabili, apre a dei ragionamenti innovativi e concreti. Un Italia con Vendola in cabina di regia farebbe tanto.
Neanche male vedo Bersani, politico esperto che saprebbe il fatto suo come premier, ma lo metto al 2° posto subito dopo Vendola.
Infine 3° Renzi, che è un ottimo politico che può far molto per l'Italia, ma ancora non è il suo tempo, la sua politica non è adatta secondo me ai tempi che corrono. Vedrei bene un Renzi in una situazione economica migliore e più aperta all'innovazione neoliberista che porta.
Tutte le figure partecipanti alle primarie è importante che rimangano in cabina anche nel post primarie, la politica italiana ha bisogno di figure come le loro: preparati, partecipi e innovativi ognuno a suo modo.
Ad majora semper.

Pierluigi Bersani a Reggio Calabria.


Bersani è un ottimo politico della scena quotidiana nazionale: abile stratega ed abile direttore d'orchestra di un Pd in 5 anni primo partito d'Italia ai sondaggi d'oggi, ottimo conoscitore della storia politica italiana e politico di grande esperienza.
L'incontro svoltosi a Reggio Calabria ha lasciato trapelare numerose positività, straordinariamente colte da un pubblico caloroso e numeroso come solo nelle grandi occasioni.
La notevole esperienza politica sicuramente aiuta Bersani nelle idee e nei progetti futuri per l'Italia, grandi doti anche di comunicatore e di "direttore d'ascolti" lo proiettano molto probabilmente come vincitore delle primarie e quindi come prossimo premier d'Italia.
L'incontro che si è svolto presso un cine teatro ha risolto numerosi dubbi tra i curiosi ed i simpatizzanti presenti in sala: la politica del Pd, se vincerà Bersani, sarà chiaramente progressista. Largo spazio in agenda sarà concesso al lavoro e quindi all'economia reale, saranno in maniera importante portate avanti le politiche giovanili(come fatto in passato) e  
vicine alle donne. Importanti saranno le politiche che toccheranno il Sud, perché le politiche giuste per forza di cose dovranno anche passare dal sud e dal suo sviluppo, perché non si può più avere un'Italia a due velocità, la velocità di sviluppo italiana deve essere omogenea in ogni sua parte. Fondamentale la tolleranza verso gli stranieri:chiunque viene in Italia e vive in Italia secondo le nostre leggi e parla con la nostra lingua, è un italiano a tutti gli effetti. Si continuerà con le norme contro la corruzione perché quelle che sono state fatte ad oggi ancora non bastano. Ci sarà continuità laddove il governo Monti ha fatto bene con le sue leggi, ma nulla di tecnico ha da invidiare il Pd che nella sua storia ha avuto grandi tecnici-politici quali ad esempio Padoa Schioppa e Prodi.
Una netta interruzione sarà data alla politica di destra di questi anni: populista e devota all'economia virtuale, si darà più spazio all'economia reale ed alle vere volontà dei cittadini tornando a loro quanto spetta, quanto tolto dalla finanza che dovrà tornare quanto preso. Dare un taglio netto alle politiche berlusconiane che hanno distrutto la moralità e l'economia dello stato italiano, che "con un piffero s'è tirato milioni di persone dietro". Ridare "modernità" alle parole uguaglianza ed equità: tutti i cittadini devono esser rispettati allo stesso modo e devono partire da stesse condizioni di partenza. Ripartire dalla cultura per dare una forte scossa alla crisi democratica e sociale, la cultura come benzina per ripartire.
Bersani riepilogando, su tutto ha anteposto due fattori: moralità e lavoro. Niente di più giusto secondo me, ripartire non solo dalla sistemazione dell'economia reale ma anche dalla sistemazione della moralità degli italiani che in questi anni è stata pressoché distrutta.
In sintesi finale un Bersani molto di sinistra, molto filo Pci, come da tanto non si vedeva in Italia. Idee molto "filo vendoliane" che sicuramente hanno entusiasmato le persone che avevano voglia di spaccatura netta con gli ultimi vent'anni di berlusconismo.
Un Bersani che come si è presentato rende molto sereni sulla possibilità della sua figura come premier, che ha nettamente le idee chiare, sperando che sia supportato in maniera importante dalla maggioranza (forse solo relativa) che si costruirà, i progetti Pierluigi li ha pronti, ed a dire dalle sue parole sono anche buoni.
Ma questo è un ragionamento a priori, vediamo a posteriori quanto di buono farà e quanto di buono effettivamente supporterà, lo scetticismo non può mancare totalmente, le parole lasciano pur sempre il tempo che trovano.
Gli italiani hanno bisogno di azioni concrete, di fatti... della politica delle promesse sono stanchi, il velo di scetticismo è comunque spostato qua e la dalla sicurezza della politica bersaniana, quell'uomo ha le idee chiarissime, confidare in bene, non sarebbe eccessivo.

domenica 11 novembre 2012

Religione, morale e società


Pensare che agire bene serva per andare in paradiso è davvero un mezzuccio squallido
per tenere a bada gli esseri umani, al secolo il tutto prende il nome di "religione".
Passare una vita intera pensando a dove si passerà il resto della propria inesistenza rende misera l'esistenza stessa, una esistenza condannata alla mediocrità di una morale fornita e non procurata. Tra l'altro, laddove vi è più presente l'integralismo religioso, maggiore v'è presente la mediocrità della società.
La religione è una invenzione nobile nei confronti della serenità umana: fornisce agli uomini la speranza di raggiungere ciò che non si è raggiunto in vita, ma ciò induce in automatico all'accettazione della mediocrità ed alla subordinazione della cultura e del progresso, gli uomini devono spendere il massimo nella loro esistenza al fine di rispettare al meglio la stessa, non v'è nessun premio migliore, in un possibile[?] aldilà, della soddisfazione della propria realizzazione.
Ad oggi le religioni sono anche potentissimi strumenti di controllo delle masse volutamente non acculturate: utilissimi mezzi di controllo per i poteri forti, nonché per le istituzioni religiose stesse.
La religione è nemica del progresso, poiché l'evoluzione(in molti stati) pone seri dubbi sull'esistenza di un dio, ergo con il progresso verrebbe meno il potere delle religioni, poiché cadrebbe il principio cardine che le mantiene. Inoltre la falsa morale delle religioni è uno dei fattori maggiormente distruttori della nostra società.
Religioni nemiche della scienza e della morale libera.

Li chiamavano briganti.


Ci hanno infamato, ci hanno distrutto, hanno fatto leva (purtroppo) su una maggioranza al sud a cui non ha importato nulla né dell'industrializzazione né del progresso... ma solo del potere, gli hanno fatti emergere come se fossero loro solo i veri "uomini del sud", gli abbiamo fatti emergere anche noi, "snobbando" l'impegno civile,sociale e politico.
Ma è arrivata l'ora di dare un taglio netto, a queste strumentalizzazioni, a queste scuse. La riscossa del meridione può avvenire solamente tramite un riconoscimento di indipendenza, basta con questa elemosina continuamente richiesta dalle nostre amministrazioni, basta anche con queste amministrazioni corrotte e colluse e talvolta contigue, basta con questa ignoranza che al sud dilaga, basta con questi servilismi e clientelismi, basta con la questione meridionale, diamoci un taglio a questo esser succubi di noi stessi e di chissàcchì!
Ci disprezzano da sempre, dopo averci derubato.
Ci disprezzano ancora, non considerandoci italiani, considerandoci un cancro... dimenticando che l'intero sistema italiano è malato.
Siamo d'altronde l'esempio di un Italia che non progredisce, fra le regioni più povere d'Europa... è rinomato il nostro comportamento da "parassiti", da carrozze e non da motrici.
Ci hanno chiamati "Briganti", questo nome: una marcia in più alla ricerca del cambiamento. Si siamo Briganti!
Indipendenza culturale meridionale, il primo passo verso il progresso del sud.
"Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti."
[Antonio Gramsci]

venerdì 9 novembre 2012

Umani?


Nessuno è esente dall'essere "umano", lo siamo e basta.
Potremmo scegliere di seguire un modello diverso, ma dobbiamo prima uccidere noi stessi e rinunciare alla normalità. I pericoli però nel correre fuori strada sono molti. Uccidere se stessi vuol dire esporsi a tutto ed essere vulnerabili.
Vivere da mediocri ed accettare tutto sorpresi e con il sorriso, o vivere da pregevoli in maniera onnisciente ma tristi e consci di non saper più sorprendersi?
Il dubbio pende solitamente nettamente da una sola parte: la normale mediocrità.
Perché nella normalità si accetta, senza troppi fronzoli, si accetta di vivacchiare, si accetta di accettare una vita che ad un certo punto neanche più si considera “ignobile”.
La chiamano vita ma neanche sanno cosa voglia dire vivere. Due, tre respiri… e la chiamano banalmente “vita”.
Io parlerei non di “vivere”, ma di “sopravvivere”: qua e la tra una azione condizionata fortemente dalla situazione di normalità, fanno in tantissimi le stesse cose, come telecomandati dall’alto da marionettisti, che poi alla fine sono loro stessi che hanno accettato comportamenti ed azioni conseguenti “per moda”, “non perché lo voglio, ma perché lo fanno.” Facciamolo, conformiamoci.
Sopravviviamo, i due-tre respiri e siamo contenti, la chiamano vita.
La diseducazione morale ha praticamente distrutto l’essere umano, che ad oggi risulta totalmente indebolito e predisposto ad una possibile e pesantissima influenza, gli uomini sono diventati ricettori di comandi, non più scatole chiuse autocomandate.
Il progresso tecnologico, se da una parte ha permesso la diffusione in ingente quantità di cultura ed informazione, dall’altra ha sottoposto altri uomini alla loro mediocrità, l’essere umano è stato distrutto dal continuo bombardamento mediatico, difficilmente dopo un lungo periodo ed in condizioni di “stabilità controllata” gli uomini cambiano, non cambieranno.
Non semplice pessimismo, ma realismo cinico.

mercoledì 7 novembre 2012

‎Nichi Vendola a Reggio Calabria.


Nella piazza intitolata a Biagio Camagna, famoso avvocato penalista e politico vicino alla sinistra storica, ideatore del primo risorgimento reggino, protagonista tra l'800 ed il '900, il "deputato di Reggio"... scende un protagonista della scena politica moderna, uno dei potenziali costruttori del possibile risorgimento italiano: Nichi Vendola.
Un politico di spessore che fa visita a Reggio fa sempre un certo effetto, non semplicemente un "comizio elettorale", ma un ambasciatore di buona politica e di idee sane ed innovative.
Nichi, sicuramente uno dei migliori politici della scena nazionale, non ha peccato di nulla nel suo discorso: completo, fluido e facilmente comprensibile. Finalmente si rivede dalle nostri parti un uomo di sinistra: contro il liberismo, pro cultura, pro rapporti umani, pro progresso.. riformista e progressista d'altri tempi.
Per rispondere a chi lo incolpa di "utopici ragionamenti", Vendola ha risposto presentando azioni concrete a favore del progresso nelle sue varie forme che hanno coinvolto particolarmente "le vittime" del periodo berlusconiano: i giovani e le donne, ad esempio con progetti culturali che hanno inglobato lo sviluppo delle "arti e dei mestieri dimenticati" e della musica e quindi del lavoro.
Ha posto numerose analisi di sistema(rinnovamento della cultura, della società, progresso e relativa creazione di posti di lavoro, tutela del lavoro, passione) con cui mi ritrovo fortemente d'accordo giacché sulle tematiche più volte ho scritto seguendo un filotto di pensiero praticamente uguale.
A Reggio dopo tanto si respira a pieni polmoni aria di sinistra, una folla numerosa era presente a piazza Camagna, Reggio non era in piazza per feste patronali o per il cantante di turno(sacrosante manifestazioni, ma strumentalizzate ed usate come nebbia in pieno stile berlusconiano), Reggio era in piazza per questioni politiche, per interesse. Per il progresso. Non i centomila, ma i migliaia, va bene comunque, ripartiamo da qui.
Vendola non è solo ariete del gruppo Sel, ma di tutta la sana politica che vuole cambiare, che vuole far progredire l'Italia: ripartiamo da lui e da chi come lui, ripartiamo da noi, in particolare ripartiamo dalla nostra amata città, stuprata in ogni modo in questi ultimi anni.
Ripartiamo dalla gente curiosa e pronta al cambiamento, ripartiamo dai veri valori e dalle vere idee, non da "strategie in sinergia tra le politiche e chissàcchì".
Ripartiamo dalla costruzione di una rete, una rete che inglobi tutti coloro che sognano una Reggio diversa, una rete forte e che superi barriere che da sempre hanno limitato
l'agire politico della sinistra reggina unita interamente, una rete di gente motivata e non composta dai soliti reggini pessimisti, che si convinceranno sicuramente in un secondo momento. Ripartiamo dal sogno di rimanere a Reggio e di fare concretamente qualcosa per il bene della cittadinanza che merita nettamente di più. Ripartiamo dai salotti culturali come dalle piazze, la gente si sta motivando in ogni dove.
Ripartiamo da qui, ripartiamo da NOI!!
"Dicono che gli uomini sono degli angeli con una sola ala. Devono abbracciarsi per poter volare..."