giovedì 9 maggio 2013

9 maggio, Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale


Oggi è la giornata della memoria delle vittime del terrorismo nazionale ed internazionale, la ricorrenza del 9 maggio è stata scelta in ricordo della morte di Aldo Moro, politico di grande autorità e stima, democristiano d'eccezione, più unico che raro, anche se qualcosa alla verità giudiziaria assoluta la dovrà raccontare anche lui.
Nello stesso giorno moriva Peppino Impastato, altra vittima di una strategia terroristica diffusa che aveva vari esecutori: malavita organizzata, Brigate Rosse, Nar ecc. ecc., e molto spesso un unico mandante.
Quelli erano gli "Anni di Piombo", gli anni delle stragi, degli omicidi e per rispettare la verità storica, tiriamo fuori qualcosa, anche se ci sarebbero da riempire volumi e volumi, purtroppo. Le stragi: Piazza Fontana a Milano (17 morti), Treno di Gioia Tauro (6 morti), Questura di Milano (4 morti e 52 feriti), Piazza della Loggia (8 morti), Treno Italicus (12 morti e 48 feriti), Caso Moro (6 morti), Stazione di Bologna (85 morti e oltre 200 feriti). Morti "illustri": Giorgio Ambrosoli, Vittorio Occorsio, Francesco Coco, Girolamo Minervini, Riccardo Palma, Mario Amato, Fedele Calvosa, Girolamo Tartaglione, Fulvio Croce. Queste morti tutte tra gli anni 70 e 80, la matrice era prettamente quella "politica", il mandante molto probabilmente anche; in continuità, con "anelli di congiunzione" Ambrosoli ed Impastato (per via dell'intreccio stato-politica-malavita organizzata) abbiamo poi le stragi e gli omicidi di matrice malavitosa, con principale "mandante" anche qui spesso la "politica" (sia per interesse diretto, sia per omissione d'intervento): Mauro De Mauro, Pietro Scaglione, Giovanni Spampinato, Mario Rino Biancheri, Giuseppe Russo, Peppino Impastato, Michele Reina (primo politico vittima di Mafia, della Dc), Carmine Pecorelli, Boris Giuliano, Piersanti Mattarella, Gaetano Costa, Vito Lipari, Alfredo Agosta, Pio La Torre, Rosario Di Salvo, Gennaro Musella, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Roberto Parisi, Giuseppe Montana, Giuseppe Insalaco, Mauro Rostagno, Giovanni Trecroci, Emanuele Piazza, Giovanni Bonsignore, Giovanni Salamone, Antonino Scopelliti, Giovanni Falcone (strage: 5 morti), Paolo Borsellino (strage: 6 morti), Beppe Alfano, Pino Puglisi, Antonino Polifroni, Vincenzo Scuteri, Rocco Gatto, Giuseppe Valarioti, Giovanni Losardo, Francesco Panzera, Sergio Cosmai, Lodovico Ligato, Francesco Ventura, Salvatore Aversa, Francesco Fortugno. Queste solo alcune delle centinaia di centinaia vittime della malavita organizzata, molte non sono state citate per probabile dimenticanza, tra associati, civili, operai, imprenditori, politici, magistrati, forze armate.
C’è da riflettere su questi numeri spaventosi, questi nomi e questi numeri sono da conoscere al fine di infondere tra il popolo la coscienza di quale stato hanno vissuto, vivono e molto probabilmente vivranno. Lo stato, proprio lo stato: quanto c’entra lo stato con ognuno di questi morti? Quante volte ha omesso il controllo o peggio, quante volte è stato il mandante? Gli anni di libertà dal regime non sono durati molto: dal 46 agli anni 70, circa 20 anni, questa la libertà dal regime democratico, poi al potere la parte marcia della Dc, che direttamente o meno, manovrava la situazione statale, giocando spesso con la strategia della tensione.
A quanto pare, secondo prove certe e secondo ragionamenti per proiezione, importanti intrecci ci furono tra stato, politica, malavita organizzata, militanza politica armata. Ed oggi? Sembra sia rimasto un sostanziale equilibrio, sembra che la calma sia arrivata come a tavolino, calma apparente? Probabilmente una trilaterale oggi governa l’Italia: stato (politica), alta finanza e clero, con la malavita organizzata spalmata qua e là.
Ma d’altronde lo stato italiano è stato fondato sulla menzogna e sull’alienazione del popolo, una condanna datata 5 maggio 1860, resasi ufficiale il 17 marzo 1861. E può uno stato fondato sulla menzogna, uscire dallo stato di menzogna? Due volte su tutte gli italiani sono stati “traditi”, alla nascita, ed alla rinascita: la vergogna unitaria del 1861 e l’illusione repubblicana del 1948, milioni di abitanti della penisola italica hanno versato il sangue per uno stato unito e libero dal potere forte, ma
tolto un potere subito un altro s’è fatto avanti ed ha regnato. Ed oggi che cosa ha prodotto tutto ciò? Lo stato che viviamo, di cui lascio il giudizio alle onestà intellettuali.
Questo lo stato, queste le condizioni, questi gli equilibri: oggi 9 maggio “giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice”, che il popolo rifletta sullo stato che vive, solo riflettere e nient’altro, poiché il resto verrà da se.

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