giovedì 14 marzo 2013

17 Marzo, un meridionale non dovrebbe festeggiarlo


Il 17 marzo 2013 ricorrerà l'anniversario dell'Unità d'Italia, il 152esimo. La ricorrenza richiama esattamente l'inaugurazione del primo parlamento dell'Italia unita.
Ma il Sud ha ragion di festeggiare? Ebbene no, i distruttori non si possono osannare. Inviterei ogni meridionale ad informarsi su quel che era prima il Regno delle Due Sicilie, prima di quella violenta conquista da parte del Regno sabaudo.
In ogni parametro di confronto gli abitanti del Regno delle Due Sicilie stavano nettamente meglio delle altre popolazioni della penisola italiana, ad esempio Napoli era considerata la TERZA città in Europa per modernità, cultura e popolazione e la Calabria era uno dei più ricchi distretti minerari e siderurgici; che dire poi delle ricchezze possedute dal Regno che erano circa il doppio di tutti gli altri regni pre-italiani.
Il giovane Regno delle Due Sicilie, 55 anni, fu attaccato e depredato delle proprie ricchezze proprio mentre stava esso proseguendo nel percorso di unificazione del Regno di Napoli e del Regno di Sicilia, regni di vita ultracentenaria e che hanno in passato provato l'unificazione del Sud, unione che hanno poi costruito dopo il Congresso di Vienna.
Il Regno delle Due Sicilie era uno stato florido e prosperoso e si stava avviando verso un grande futuro prima di essere brutalmente azzoppato dai militari piemontesi che fecero razzia di popolazione, cultura e ricchezza.
Il perché della conquista del Regno borbonico da parte dei sabaudi era solamente uno, sete di potere e ricchezza: mentre molti stati europei proseguivano nella loro opera di conquista per il mondo (fase del Colonialismo), il Regno di Sardegna pensò bene anch'esso di conquistare un territorio:il sud della penisola italiana ove c'era il Regno delle Due Sicilie, che faceva gola per i mille motivi citati; il Regno di Sardegna stava sprofondando nei propri debiti ed allora dichiarò guerra al Regno borbonico, e purtroppo vinse.
Come in ogni altra colonia vittima del colonialismo anche il sud della penisola italiana fu depredato, prosciugato all'osso ed abbandonato. Furono distrutte le culture locali (ad esempio distruzione del greco) e tutti i mezzi di produzione, fu distrutta "la voglia di progresso" che oggi vede ancora vittime noi come gli stati Africani, tale azione era chiaramente funzione del colonialismo più screditato.
Ed allora signori, badate bene a quel che fare il 17 marzo, io dedicherei una lettura storica VERITIERA e non costruita.
Disse Francesco II di Borbone: "Voi, amati sudditi, sognate l'Italia ma, arriverà il giorno che non avrete più nulla, nemmeno gli occhi per piangere"... ed ahimè, aveva ragione.

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