domenica 11 novembre 2012

Li chiamavano briganti.


Ci hanno infamato, ci hanno distrutto, hanno fatto leva (purtroppo) su una maggioranza al sud a cui non ha importato nulla né dell'industrializzazione né del progresso... ma solo del potere, gli hanno fatti emergere come se fossero loro solo i veri "uomini del sud", gli abbiamo fatti emergere anche noi, "snobbando" l'impegno civile,sociale e politico.
Ma è arrivata l'ora di dare un taglio netto, a queste strumentalizzazioni, a queste scuse. La riscossa del meridione può avvenire solamente tramite un riconoscimento di indipendenza, basta con questa elemosina continuamente richiesta dalle nostre amministrazioni, basta anche con queste amministrazioni corrotte e colluse e talvolta contigue, basta con questa ignoranza che al sud dilaga, basta con questi servilismi e clientelismi, basta con la questione meridionale, diamoci un taglio a questo esser succubi di noi stessi e di chissàcchì!
Ci disprezzano da sempre, dopo averci derubato.
Ci disprezzano ancora, non considerandoci italiani, considerandoci un cancro... dimenticando che l'intero sistema italiano è malato.
Siamo d'altronde l'esempio di un Italia che non progredisce, fra le regioni più povere d'Europa... è rinomato il nostro comportamento da "parassiti", da carrozze e non da motrici.
Ci hanno chiamati "Briganti", questo nome: una marcia in più alla ricerca del cambiamento. Si siamo Briganti!
Indipendenza culturale meridionale, il primo passo verso il progresso del sud.
"Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti."
[Antonio Gramsci]

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