mercoledì 14 novembre 2012

Pierluigi Bersani a Reggio Calabria.


Bersani è un ottimo politico della scena quotidiana nazionale: abile stratega ed abile direttore d'orchestra di un Pd in 5 anni primo partito d'Italia ai sondaggi d'oggi, ottimo conoscitore della storia politica italiana e politico di grande esperienza.
L'incontro svoltosi a Reggio Calabria ha lasciato trapelare numerose positività, straordinariamente colte da un pubblico caloroso e numeroso come solo nelle grandi occasioni.
La notevole esperienza politica sicuramente aiuta Bersani nelle idee e nei progetti futuri per l'Italia, grandi doti anche di comunicatore e di "direttore d'ascolti" lo proiettano molto probabilmente come vincitore delle primarie e quindi come prossimo premier d'Italia.
L'incontro che si è svolto presso un cine teatro ha risolto numerosi dubbi tra i curiosi ed i simpatizzanti presenti in sala: la politica del Pd, se vincerà Bersani, sarà chiaramente progressista. Largo spazio in agenda sarà concesso al lavoro e quindi all'economia reale, saranno in maniera importante portate avanti le politiche giovanili(come fatto in passato) e  
vicine alle donne. Importanti saranno le politiche che toccheranno il Sud, perché le politiche giuste per forza di cose dovranno anche passare dal sud e dal suo sviluppo, perché non si può più avere un'Italia a due velocità, la velocità di sviluppo italiana deve essere omogenea in ogni sua parte. Fondamentale la tolleranza verso gli stranieri:chiunque viene in Italia e vive in Italia secondo le nostre leggi e parla con la nostra lingua, è un italiano a tutti gli effetti. Si continuerà con le norme contro la corruzione perché quelle che sono state fatte ad oggi ancora non bastano. Ci sarà continuità laddove il governo Monti ha fatto bene con le sue leggi, ma nulla di tecnico ha da invidiare il Pd che nella sua storia ha avuto grandi tecnici-politici quali ad esempio Padoa Schioppa e Prodi.
Una netta interruzione sarà data alla politica di destra di questi anni: populista e devota all'economia virtuale, si darà più spazio all'economia reale ed alle vere volontà dei cittadini tornando a loro quanto spetta, quanto tolto dalla finanza che dovrà tornare quanto preso. Dare un taglio netto alle politiche berlusconiane che hanno distrutto la moralità e l'economia dello stato italiano, che "con un piffero s'è tirato milioni di persone dietro". Ridare "modernità" alle parole uguaglianza ed equità: tutti i cittadini devono esser rispettati allo stesso modo e devono partire da stesse condizioni di partenza. Ripartire dalla cultura per dare una forte scossa alla crisi democratica e sociale, la cultura come benzina per ripartire.
Bersani riepilogando, su tutto ha anteposto due fattori: moralità e lavoro. Niente di più giusto secondo me, ripartire non solo dalla sistemazione dell'economia reale ma anche dalla sistemazione della moralità degli italiani che in questi anni è stata pressoché distrutta.
In sintesi finale un Bersani molto di sinistra, molto filo Pci, come da tanto non si vedeva in Italia. Idee molto "filo vendoliane" che sicuramente hanno entusiasmato le persone che avevano voglia di spaccatura netta con gli ultimi vent'anni di berlusconismo.
Un Bersani che come si è presentato rende molto sereni sulla possibilità della sua figura come premier, che ha nettamente le idee chiare, sperando che sia supportato in maniera importante dalla maggioranza (forse solo relativa) che si costruirà, i progetti Pierluigi li ha pronti, ed a dire dalle sue parole sono anche buoni.
Ma questo è un ragionamento a priori, vediamo a posteriori quanto di buono farà e quanto di buono effettivamente supporterà, lo scetticismo non può mancare totalmente, le parole lasciano pur sempre il tempo che trovano.
Gli italiani hanno bisogno di azioni concrete, di fatti... della politica delle promesse sono stanchi, il velo di scetticismo è comunque spostato qua e la dalla sicurezza della politica bersaniana, quell'uomo ha le idee chiarissime, confidare in bene, non sarebbe eccessivo.

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